L’ansia è una risposta naturale a situazioni percepite come difficili o minacciose, ma quando diventa intensa, costante o paralizzante può interferire con la vita quotidiana, soprattutto in adolescenza — un periodo già carico di sfide emotive, scolastiche e relazionali.

Negli adolescenti, l’ansia può manifestarsi in modi diversi:
preoccupazioni eccessive, difficoltà a concentrarsi a scuola, attacchi di panico, evitamento sociale, disturbi del sonno, somatizzazioni (mal di testa, mal di pancia), irritabilità o tendenza all’isolamento.

La psicoterapia aiuta l’adolescente a riconoscere i segnali dell’ansia, a comprenderne le cause e a sviluppare strumenti per gestirla in modo più sano ed efficace. Attraverso un percorso costruito sulla fiducia e sull’ascolto, il ragazz* può ritrovare un senso di controllo, migliorare il proprio equilibrio emotivo e affrontare con maggiore sicurezza le sfide della crescita.

Il ritiro scolastico è un fenomeno in crescente aumento e si manifesta quando un adolescente smette progressivamente di frequentare la scuola, fino a isolarsi del tutto dal contesto educativo e sociale. Spesso è segnale di un malessere profondo: ansia, depressione, difficoltà relazionali, esperienze di bullismo o una forte insicurezza possono spingere il ragazz* a chiudersi e ad evitare il confronto con l’esterno.

La psicoterapia offre uno spazio protetto e non giudicante dove l’adolescente può riconnettersi con sé stesso, dare voce al proprio disagio e iniziare un percorso graduale verso la riattivazione. Non si tratta solo di “tornare a scuola”, ma di ritrovare motivazione, senso di appartenenza e fiducia nelle proprie risorse.

Il coinvolgimento della famiglia è spesso centrale, perché il ritiro scolastico riguarda anche le dinamiche affettive e relazionali del sistema familiare. Con il giusto sostegno, è possibile accompagnare l’adolescente in un percorso di riavvicinamento, rispettando i suoi tempi e promuovendo un cambiamento reale e duraturo.

L’identità di genere è il modo in cui ciascuno sente e vive il proprio essere, indipendentemente dal sesso assegnato alla nascita. Per alcuni adolescenti e giovani adulti, questo percorso può essere chiaro; per altri, può richiedere tempo, domande e ascolto.

La psicoterapia offre uno spazio sicuro e rispettoso per esplorare senza giudizio le proprie emozioni, affrontare eventuali disagi e costruire un’identità autentica.

I Disturbi del Comportamento Alimentare (DCA) sono manifestazioni profonde di un disagio psicologico che coinvolge il rapporto con il corpo, il cibo e l’identità. Spesso insorgono in adolescenza, un periodo di intensa trasformazione fisica ed emotiva.

Dietro il controllo sul cibo o la perdita di controllo si nascondono sofferenze legate all'autostima, al bisogno di controllo, al confronto sociale o a difficoltà familiari e relazionali. I segnali possono essere silenziosi: ossessione per il peso o l’aspetto, rifiuto del cibo, abbuffate segrete, senso di colpa dopo aver mangiato, isolamento, ansia o sbalzi d’umore.

La psicoterapia è uno strumento centrale nel trattamento dei DCA, perché permette di lavorare sulle cause emotive del disturbo, aiutando l’adolescente a ritrovare un rapporto più sano con il proprio corpo e le proprie emozioni. Il percorso psicologico può essere affiancato da un lavoro in rete con altri professionisti, come medici, nutrizionisti e psichiatri, per garantire un intervento completo e integrato.

Durante l’adolescenza, il rapporto con la scuola può diventare complicato. Calo del rendimento, mancanza di motivazione, ansia da verifiche, rifiuto di studiare, difficoltà di concentrazione o bocciature non sono solo “pigrizia” o “disinteresse”, ma spesso segnali di un disagio più profondo.

Le difficoltà scolastiche possono avere cause emotive, relazionali o cognitive: stress, problemi familiari, disturbi specifici dell’apprendimento (DSA), ADHD, crisi di autostima, ritiro sociale o semplice difficoltà nell’adattarsi a un contesto che cambia.

La psicoterapia offre un luogo di ascolto e rielaborazione, dove l’adolescente può comprendere meglio se stesso, il proprio metodo di apprendimento e le emozioni legate allo studio. L’obiettivo non è solo migliorare il rendimento, ma rafforzare la fiducia nelle proprie capacità, ritrovare motivazione e costruire un nuovo equilibrio tra scuola, famiglia e vita personale.

Quando necessario, il lavoro si estende anche a genitori e insegnanti, per creare una rete educativa che sostenga il percorso di crescita, con strumenti concreti e un dialogo efficace.